Perché le malattie autoimmuni colpiscono maggiormente il sesso femminile?
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Gio, Mar

Perché le malattie autoimmuni colpiscono maggiormente il sesso femminile?

Perché le malattie autoimmuni colpiscono maggiormente il sesso femminile?

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Quando si parla di tiroidite di Hashimoto, di fibromialgia, di psioriasi, di vitiligine, e tante altre malattie autoimmuni, le statistiche parlano chiaro: sono sempre le donne a soffrirne maggiormente. Come mai? Studi scientifici ne parlano, e chiariscono qual è la causa. Buona lettura!

Perché le malattie autoimmuni colpiscono maggiormente il sesso femminile?
Perché le malattie autoimmuni colpiscono maggiormente il sesso femminile?

 

Le malattie autoimmuni hanno il colore rosa. Possono insorgere nell’età compresa tra i 20 e i 50 anni, ma anche nelle altre fasce di età si possono presentare. Gli uomini, invece, detengono un posto nella classifica statistica più basso: da qui già possiamo capire qualche informazione in più per individuarne la causa.

Ebbene sì, alcuni ricercatori hanno individuato le cause proprio nella correlazione tra produzione ormonale, sistema immunitario e metabolismo. Sovrappeso, resistenza insulinica, alterazioni ormonali: se si fa caso a queste problematiche, vediamo bene che l’incidenza diventa maggiore nel sesso femminile, soprattutto in correlazione a problemi quali irregolarità del ciclo, amenorree, ovaio policistico, e la stessa correlazione la ritroviamo anche con comparsa di allergie, malattie infiammatorie non solo acute ma anche di basso grado.

La prevalenza di malattie autoimmuni è maggiore soprattutto nelle donne di età media, come ho detto prima, in corrispondenza del periodo attivo di ovulazione, proprio per il fatto che si ha una maggiore influenza degli ormoni femminili. Se da un lato gli ormoni maschili, al cui capostipite troviamo il testosterone, vanno a favorire la comparsa di allergia e infiammazioni acute, inversamente gli ormoni femminili indirizzano la donna ad essere maggiormente predisposta verso lo sviluppo di reazioni del sistema immunitario maggiori risetto all’uomo e verso lo sviluppo di infiammazioni di basso grado con andamento cronicizzante: questo è stato rilevato anche per il fatto che sul cromosoma X della donna ci sono porzioni geniche che trascrivono per fattori che favoriscono maggiormente l’intervento del sistema immunitario verso svariate forme di condizioni, fisiologiche e non, e si spiega così il motivo per cui nella donna troviamo una netta prevalenza di fenomeni autoimmuni.

Tuttavia non bisogna disperarsi. Con uno stile di vita corretto e controllato, è possibile controllare gli imput ormonali, la resistenza insulinica, le allergie e la riposta immunitaria, seguendo delle piccole ma importanti accortezze. Agire sull’alimentazione riducendo i livelli di infiammazione da cibo con una dieta di rotazione settimanale personalizzata sul proprio profilo alimentare è uno dei meccanismi più utili per agire stimolando il metabolismo in modo da ridurre l’accumulo di liquidi, modulare la resistenza insulinica periferica e mobilizzare le riserve di grasso. Quindi, avere delle abitudini alimentari il più possibile corrette nella propria quotidianità è uno stimolo positivo anche per il benessere della nostra mente e controllare l’infiammazione, sia rispettando il proprio profilo personale che tramite un corretto stile di vita, non può che essere di ulteriore supporto per vivere una vita non solo sana, ma anche serena. Ricordiamoci che è molto importante ridurre gli zuccheri semplici, le farine raffinate, ed evitare tutto ciò che possa sviluppare insulino-resistenza e sviluppo di infiammazione da cibo. Alternare nella propria dieta fonti di proteine quali pesci e uova in prevalenza, a seguire carni bianche e frutta secca, e cercare di evitare tutti quei cibi che aumentano il grado di infiammazione. E’ essenziale l’associazione di tanta frutta  verdura, prevalentemente crude, piena di sostanze anti-ossidanti, minerali e vitamine, ed è inoltre importante integrare omega-3, anti-infiammatorio naturale, e bere più di 2 L di acqua al giorno. Infine, cereali integrali, tuberi e legumi contenenti proteine a scarso valore biologico, ma ricchi in fibre, ferro e calcio e fondamentali a fornire energia, con un basso impatto sull’andamento glicemico giornaliero. Bisogna sempre partire con una colazione abbondante e carica in nutrienti, un pranzo saziante e una cena leggera, ricordandosi di seguire le giuste ripartizioni tra proteine, carboidrati e fibre, ed è importante seguire la crononutrizione e rispettare i ritmi circadiani. Per concludere, l’attività fisica deve essere sempre presente, perché un corpo attivo è un corpo che funziona bene!

 

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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