È da oramai molto tempo che, in qualità di specialista in nutrizione clinica dell’asse intestino-cervello e in Medicina di segnale, mi occupo del trattamento delle malattie autoimmuni. In vista degli studi più recenti e dell’avanzamento dell’informazione scientifica, sono sempre più mirati e precisi i protocolli alimentari di cui dispongo, che vanno ad agire a monte della patologia di cui soffre il paziente che viene in cura presso il mio studio.
Innanzitutto, sappiamo bene che cos’è una malattia autoimmune?
Definiamo dapprima il sistema immunitario.
Quando un’entità intrusa invade l’organismo, come ad esempio i virus, i batteri, le sostanze non tollerate dal corpo, il sistema immunitario si attiva per proteggerci da conseguenze più gravi e importanti, andando a identificare, uccidere ed eliminare gli invasori che costituiscono una minaccia per la salute. A seconda della necessità, il sistema immunitario può attaccare il patogeno mediante proteine chiamate anticorpi (immunità acquisita o adattiva) o può attivare globuli bianchi (immunità innata).
Purtroppo, in alcuni casi il sistema immunitario funziona in modo improprio e attacca per errore e ripetutamente cellule sane appartenenti all’organismo stesso: si parla così di malattia autoimmune. Purtroppo, le cause nello specifico per cui si verificano queste patologie non sono ben note, tuttavia esistono dei fattori epigenetici, delle malattie batteriche o virali o altre malattie autoimmuni che sono alla base dell’insorgenza di una malattia autoimmune. Ve ne sono davvero tante, in particolar modo io mi sono concentrato su alcune patologie autoimmuni quali la tiroidite di Hashimoto, la fibromialgia, e ora mi sto concentrando anche sul morbo di Crohn. Ma in seguito sarò specializzato anche nel trattamento di ulteriori patologie simili.
Come mai mi desta così passione lo studio delle malattie autoimmuni?
Proprio perché sono patologie molto articolate, complicate, hanno fasi di linearità sintomatologica nella loro cronicizzazione, altre volte i sintomi sono più fluttuabili, sono difficili da tenere a bada.
La corrente di pensiero scientifica più comune prevede la cura di queste malattie con farmaci antinfiammatori, cortisoni, immunomodulanti, ma tutto ciò può agire solamente a valle del problema, migliorando temporaneamente i sintomi ma non risolvendo il problema.
È proprio attraverso il trattamento nutrizionale che si sono avuti i più importanti risultati con prognosi positiva riguardo numerose malattie su base autoimmune, ed è per questo che sostengo fortemente che la nutrizione abbia un ruolo chiave centrale nel trattamento di queste ultime. Mangiando in modo corretto e seguendo i protocolli alimentari specifici per una determinata patologia autoimmune, si agisce a monte del problema e si ha un miglioramento non solo sui sintomi ma anche sul decorso patologico. Il miglioramento è dato dall’abbassamento del grado di infiammazione nel nostro organismo, che si può ottenere seguendo una dieta basata sull’eliminazione a rotazione di alcuni importanti gruppi alimentari responsabili della flogosi.
L’infiammazione da cibo insorge quando costantemente l’uomo si nutre sempre degli stessi alimenti, appartenenti tutti alla identica categoria alimentare (es. glutine, latticini, lieviti, nichel, ecc.) fino a che questi non stimolano i Toll Like Receptors 2 (TLR2), recettori che si attivano in seguito alla segnalazione di un pericolo nell’organismo, in questo caso il superamento di una soglia limite dell’assunzione alimentare ripetuta. Da qui si scatena l’infiammazione da cibo, che mantiene alta i livelli della citochina BAFF. La citochina BAFF, insieme a PAF, sono due elementi essenziali coinvolti nella patogenesi delle malattie autoimmuni. Vi invito anche a dare un’occhiata al mio articolo che parla proprio di questo argomento, cliccando qui.
Ultimamente ho perfezionato la mia competenza riguardo lo studio e il trattamento del morbo di Crohn e della rettocolite ulcerosa, malattie su base autoimmune che stanno interessando numerose persone. Il mio intento è quello di trattare e migliorare tutti i casi che vengono in studio da me: è una soddisfazione ed un traguardo vedere i miei pazienti che mi comunicano di star bene e di essere migliorati dopo aver modificato il proprio stile di vita.
Vi invito a seguire i prossimi aggiornamenti in merito al morbo di Crohn e alla rettocolite ulcerosa, restate aggiornati.
Fonti bibliografiche:
- Campi I, Tosi D, Rossi S, Vannucchi G, Covelli D, Colombo F, Trombetta E, Porretti L, Vicentini L, Cantoni G, Currò N, Beck-Peccoz P, Bulfamante G, Salvi M. (2015) B Cell Activating Factor (BAFF) and BAFF Receptor Expression in Autoimmune and Nonautoimmune Thyroid Diseases. Thyroid, 25(9): 1043-1049.
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- Lied G.A, Berstad A. (2010) Functional and Clinical Aspects of the B-Cell-Activating Factor (BAFF): A Narrative Review. Scandinavian Journal of Immunology. 10.1111/j.1365-3083.2010.02470.x
- Steri M et al. (2017) Overexpression of the Cytokine BAFF and Autoimmunity Risk. N Engl J Med; 376:1615-1626 DOI: 10.1056/NEJMoa1610528